Sinossi. Il passo del Brennero: un luogo incastonato nelle Alpi e carico di storia, dove hanno soggiornato scrittori, statisti, commercianti, e dove oggi transitano veloci le merci e i turisti che vanno dall’Italia in Austria e viceversa. Un posto tranquillo, come del resto è tutto l’Alto Adige. Eppure, proprio qui il commissario Grauner e il suo collega napoletano Saltapepe si trovano di fronte a un omicidio raccapricciante. Un anziano del posto viene trovato brutalmente assassinato.
Da dove iniziare con questo giallo che sicuramente è il migliore di Koppelstätter?
Ho letto anche gli altri due suoi e sono solo il prologo di questo densissimo e entusiasmante viaggio nel Brennero. Il Brennero, paese di confine tra Austria e Italia da millenni, è il fulcro di una storia che si dipana tra presente, con l’uccisione di alcune persone, e il passato fino a toccare la storia personale di Grauner.
Amo questo commissario per professione ma allevatore di bestiame per passione perché è il più umano che abbia mai incontrato.
Sembra sempre di essere accanto a lui e di riuscire a vedere come lui solo vede: le montagne amate, il cibo e il buon vino, le vette da esplorare per osservare sempre da un’altra prospettiva.
Ed è proprio questo il tema principale: la prospettiva. Quello che si vede durante il giorno e quello che si percepisce durante la notte.
Quello che è vero e quello che non lo è. E come i demoni del proprio passato riescano finalmente ad emergere ed essere accettati.
Ho percepito l’amore dell’autore per queste terre e per le persone che vi abitano; ha cercato benissimo di far comprendere a noi cosa sia la realtà di vivere o di aver vissuto in Alto Adige quando era ed è terra di esuli senza permessi, di contrabbando, di affari illeciti e culla di persone perbene come di malintenzionati, disposti a tutto pur di preservare un briciolo di potere.
E’ un romanzo che reputo eroico e che consiglio vivamente.
www.thrillernord.it
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