mercoledì 24 novembre 2021


Yusuf di Kuyucak

 

Autore: Sabahattin Ali

Editore: Casa Editrice Altano

Traduzione: Fulvio Bertuccelli e Tina Maraucci

Genere: narrativa straniera

Pagine: 296

Anno di pubblicazione: 2021

SINOSSI

Yusuf ha solo nove anni quando la sua famiglia viene assassinata da alcuni banditi entrati nel villaggio. Il sottoprefetto incaricato di fare gli accertamenti sul luogo del delitto, preso dal dispiacere per la situazione in cui si trova il bambino, decide di portarlo in casa sua e adottarlo.

Yusuf inizia così la sua nuova vita a Edremit, cittadina sulla coste dell’Egeo, è in un ambiente a lui completamente estraneo, di cui non comprende le regole sociali ed è circondato da persone con cui fatica a relazionarsi a causa del suo carattere schivo. Le uniche persone in grado di capirlo e che segneranno il suo destino sono il padre adottivo e la sorellastra Muazzez, giovane ingenua e di buon cuore. Gli anni passano e Yusuf si sente sempre più estraneo alla città, sogna un futuro in cui poter vivere liberamente la sua vita.

Tutto cambia quando durante una festa di paese Yusuf difende Muazzez dalle molestie di Şakir, giovane dissoluto e rampollo della famiglia più ricca e potente della zona. La lotta iniziata quel giorno vedrà il conflitto tra i due giovani inasprirsi sempre più nel corso degli anni fino alla resa dei conti finale.

 

 

RECENSIONE

Che libro stupefacente ho avuto per le mani in questi giorni. Improvvisamente mi sento sola e svuotata tanto sono stata coinvolta dalle vicende di Yusuf e Muazzez. Questa è una storia che parte in sordina fino a quando la vita si affaccia prepotente e insensibile ai due ragazzi. Uno indolente, riflessivo, quasi pigro se vogliamo. L’altra destinata come molte altre donne in Turchia in quegli anni a vivere come animaletti domestici all’interno delle quattro mura di casa. Giovani private di speranze e sogni, spose bambine ingenue il cui unico scopo nella vita è spettegolare e farsi mantenere dal marito, succubi di madri prive di qualsiasi scrupolo morale. Ma attenzione, non stiamo parlando di occidente. Stiamo parlando di un romanzo turco di inizio 900. Questo è affascinante oltre ogni immaginazione. Sabahattin Ali è un maestro nelle descrizioni di paesaggi e personaggi: sembra di camminare all’ombra del minareto e di essere dentro le case di Edremit, sembra di avere davanti a sé le persone di cui parla. Le ingiustizie che vengono commesse sono universali: potremmo leggere della stessa baldanzosità e tracotanza riferendosi a italiani del sud. In questo il tema centrale dell’ingiustizia sociale è attualissimo; il contorno parla invece di un mondo non conosciuto, raffinato e crudele, immerso in una natura dalla bellezza sconvolgente.

Consigliato? Assolutamente sì, ti si aggrappa alla pancia e non si smette di leggere perché, alla fine, la vita va avanti anche se tutto attorno è crollato.

 

L’autore

Ali nacque 1907 a Eğridere (territorio ora in Bulgaria), cittadina del sangiaccato di Gümülcine, nell'allora Impero Ottomano. Visse a IstanbulÇanakkale e ad Edremit prima di iniziare gli studi superiori a Balıkesir. Si laureò a Istanbul nel 1926. In seguito insegnò a Yozgat per un anno, per poi vincere una borsa di studio del Ministero dell'Educazione che lo portò in Germania, ove rimase dal 1928 al 1930. Tornato in Turchia, egli insegnò lingua tedesca nelle scuole superiori di Aydin e Konya.

Nel periodo d'insegnamento a Konya, fu arrestato per dei versi critici nei confronti di Atatürk e della sua politica. Scontò la pena nel carcere della fortezza di Sinop, venendo rilasciato nel 1933 grazie ad una amnistia per il decimo anniversario della nascita della Repubblica Turca. Ottenne il permesso di insegnare nuovamente con una richiesta al Ministero dell'Educazione Nazionale dopo aver provato la sua fedeltà ad Atatürk scrivendo il poema Benim Aşkım (Il mio amore o la mia passione) e fu assegnato alla divisione per le pubblicazioni del Ministero dell'Educazione Nazionale.

Ali si sposò il 16 maggio 1935 e svolse il servizio militare nel 1936. Fu imprigionato di nuovo e rilasciato nel 1944. Fondò insieme a Aziz Nesin, altro storico autore turco, il settimanale Marko Paşa.

Dalla data del rilascio Ali ebbe problemi economici e gli venne revocato il passaporto.

Fu ucciso presso il confine con la Bulgaria tra l'1 e il 2 aprile 1948. Il corpo venne rinvenuto il 16 giugno.

Comunemente si crede che fu assassinato da Ali Ertekin, un trafficante legato al Servizio di Sicurezza Nazionale (Servizi segreti), che sarebbe stato pagato per fargli passare la frontiera. Una seconda ipotesi è quella di una morte durante un interrogatorio dei servizi di sicurezza dopo essere stato tradito da Ertekin.

Fu probabilmente ucciso a causa delle sue opinioni politiche. Comunque, si ritiene che sia stato ucciso per decisione del governo tramite i servizi di sicurezza.

 

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