venerdì 23 luglio 2021

Marco Vichi - Morte a Firenze

 


Mi ci è voluta molta buona predisposizione per arrivare a metà del libro, la prima parte non mi prendeva, ma dopo la storia è decollata e il commissario Bordelli è entrato nelle mie simpatie. 
Prima, durante e dopo l'alluvione di Firenze del 66 si snoda la ricerca di chi ha ucciso e stuprato un ragazzino, tra la città di Firenze e i boschi limitrofi. Il Bordelli, con la tenacia che sembra lo contraddistigua, si aggrappa ad ogni esile prova per risolvere l'omicidio, non immaginando che personaggi incontrerà. 
Non so se mi è piaciuto del tutto: certo una vicenda svolta con la storia dell'alluvione mi pareva molto interessante; solo che è come se rimanesse ad un livello base-lineare, fino a quando almeno la figura del commissario viene meglio delineata. Egli è un uomo giusto, dignitoso, vissuto in un'epoca che di dignitoso aveva ben poco. È un uomo profondamente deluso dai risvolti del boom economico, dalla solita divisione tra poveri e ricchi.
L'unica nota stonata è questa propensione a infatuarsi di donne giovanissime sperando, lui che di anni ne ha quasi 60, di risultare ancora vivo giovane e aitante. L'ho trovato troppo macchiettistico.
In sintesi una sufficienza: ho letto una bella storia ma senza troppi spunti.

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